mercoledì 10 giugno 2009

UN Pò DI EDUCAZIONE ALIMENTARE....

LA PIRAMIDE ALIMENTARE....
Non c'entrano i faraoni e nemmeno le caste di merende al supermarket:la PIRAMIDE ALIMENTARE è un aiuto per imparare,giorno dopo giorno,che cosa mangiare e quanto....
Gli limenti sono divisi in cinque gruppi,almeno un alimento di ogni gruppo deve essere presente sulla tua tavola ogni giorno.
GRUPPO1:
CEREALI,alla base della piramide ci sono pane pasta e cereali,cioè carboidrati.il consumo dev3e variare da6ad 11 porzioni al giorno.
GRUPPO2:
La seconda fascia comprende tutta la frutta e tutte le verdure,servono per fare il pieno di vitamine,minerali e fibre,il consumo deve variare da3 porzioni di frutta e tre porzioni di verdure ogni giorno.
GRUPPO3:
Continuando a salire troviamo alimenti che ci forniscono proteine,vitamine del gruppo b,e un tot di minerali fondamentali,come il calcio,il consumo è di2-3 porzioni del gruppo del latte e 2-3 porzioni di tutto il resto(carne,pesce,uova,legumi).
GRUPPO4:
Siamo quasi in vetta e troviamo l'olio,che contiene vitamine indispensabili e tanta energia,il consumo è di2.3 cucchiai al giorno,assolutamente crudo.
GRUPPO5;
In cima alla piramide troviamo gli"stravizi"ovvero zuccheri e grassi animali,questi alimenti dovrebbero essere ingeriti raramente o quasi mai...

PER UNA PIRAMIDE DAVVERO COMPLETA RICORDATI DI AGGIUNGERE NON TANTO SALE,ZERO ADDITIVI,ZERO CONSERVANTI E TANTA,TANTISSIMA ACQUA.....

TO BE CONTINUED
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L'INDICE DI MASSA CORPOREA....

Non guardarti allo specchio,lascia stare la bilancia.
CALCOLA IL TUO"INDICE DI MASSA CORPOREA"!
L'indice di massa corporea è un numero che esprime il rapporto tra il tuo peso in chilogrammi e la tua altezza espressa i metri.L'IMC è molto più attendibile del solo peso corporeo!
Per calcolarlo prendi il tuo peso in chilogrammi e dividilo per la tua altezza al quadrato.La formula è semplice se usi una calcolatrice è semplicissima.....

SI CONSIDERA NORMALE UN IMC COMPRESO TRA18,5 E 24,9.
UN IMC INFERIORE A 18,5 INDICA SOTTOPESO,UN IMC COMPRESO TRA 25 E 29,9 INDICA SOVRAPPESO.
UN IMC SUPERIORE A 30 INDICA OBESITà.

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CAMPANELLI D'ALLARME....

CIAO A TUTTI...
STATEMI BENE A SENTIRE,ANZI LEGGETE ATTENTAMENTE QUANTO STTò PER SCRIVERE:
  • Sei magrissima ma pensi che devi dimagrire ancora e sei molto contenta se ci riesci?sei ossessionata dal pensiero di prendere anche un solo grammo in più e controlli in continuazione il tuo peso e la tua immagine?hai perso il ciclo mestruale da almeno tre mesi?ti sei inventata una dieta ferrea ma a volte ti sembra troppo e salti completamente i pasti?hai un'indice di massa corporea inferiore a 17,5?se ti riconosci in questa descrizion,non fare finta di niente;quasi sicuramente sei stata colpita da ANORESSIA.
N.B:IL TESTO è AL FEMMINILE MA NATURALMENTE QUESTO VALE ANCHE PER I RAGAZZI....

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COME SI RAPPORTANO GLI ALTRI PAESI A QUESTO TIPO DI PROBLEMA???

CIAO A TUTTI...
Questo vuole essere una sorta di gemellaggio con gli altri paesi per constatare come viene affrontato e riconosciuto questa malattia....
. In molte culture non occidentali vengono attribuiti a un corpo abbondante attributi positivi come salute, prestigio sociale, potenza economica e attrattività sessuale, mentre alla magrezza viene conferito un connotato di negatività. L’assenza di un’ideale di magrezza risulta protettivo per questi gruppi culturali rispetto all’insorgenza di insoddisfazione dell’immagine corporea e conseguenti disturbi dell’alimentazione. L’anoressia nervosa, in particolare, ricorre meno frequentemente nei paesi non occidentali e che hanno meno contatti con la nostra cultura, e gli emigranti hanno maggiori probabilità di sviluppare il disturbo quando si trasferiscono in un paese industrializzato confrontati con coloro che restano nella comunità di origine.

Ex Unione Sovietica.BILUKHA AND UTERMOLEN(2002) hanno notato che l’accresciuto accesso a fonti mediatiche americane, che promuovono la magrezza attraverso diete ed esercizi è duplicato, con un aumento dell’insoddisfazione per l’immagine corporea, in paesi dell’ex Unione sovietica come l’Ucraina.

Becker (2004) ha dimostrato che l’introduzione della televisione alle isole Fiji nel 1995 è correlata con l’aumento dei punteggi ai test che indicano la predisposizione a sviluppare disturbi alimentari. Nel 1998 il 74% delle ragazze riportava la convinzione di essere “troppo grassa” almeno “qualche volta”. Quelle che guardavano la tv almeno 3 sere a settimana avevano il 50% in più di probabilità di concepirsi come troppo grasse e il 30% di probabilità in più di essere a dieta, sebbene non fossero più soprappeso delle altre.

I disordini alimentari ad Hong Kong, Taiwan e Cina erano ritenuti rari o non esistenti. Ma una ricerca di Luo, Parish & Laumann (2005) ha scoperto che da quando la Cina è diventata più aperta all’occidente, anche in Cina si stanno diffondendo ideali di magrezza con conseguenze negative per le donne.

Swami and Tovee (2005) hanno comparato le preferenze di immagine corporea in gruppi di donne che vivevano in Malesia e Gran Bretagna. Cinque sottogruppi riflettevano un gradiente di sviluppo socioeconomico: dai paesi industrializzati (Inghilterra e Kuala Lumpur), a semi-industrializzati (Kota Kinabalu) a rurali (i villaggi di Kota Kinabalu). I ricercatori hanno rilevato come nei gruppi industrializzati, e quindi maggiormente esposti ai valori occidentali, esisteva un tasso maggiore di disordini alimentari rispetto agli abitanti delle zone rurali, benchè ne condividessero la cultura tradizionale.

In Medio Oriente uno studio cross-culturale condotto in Israele su gruppi di subcultura ebraica e araba ha evidenziato che la maggiorparte dei gruppi di adolescenti mostrano un’ attitudine all’insoddisfazione per la propria immagine corporea comparabile a quella riscontrabili negli Stati Uniti. (Safir, Flaisher-Kellner & Rosenmann, 2005).

Katzman et al. (2004) notarono che nell’Isola caraibica di Curacao i disordini dell’alimentazione erano individuabili solo nella minoranza bianca. Nessuna evidenza di patologia alimentare fu riscontrata nella maggioranza nera dell’isola. I bianchi di Curacao tipicamente aderiscono a standard di bellezza occidentali, contrariamente ai neri che preferiscono una dimensione del corpo più “ampia”.

In nazioni africane come l’Uganda e la Nigeria, dove le donne in carne e pesanti sono giudicate ideali, le donne hanno meno probabilità di sviluppare un disturbo alimentare. (Balogun, Okonofua & Balogun, 1992 ). Al contrario in Sud Africa i disturbi dell’immagine corporea e alimentari non sono dominio esclusivo delle sudafricane caucasiche, ma sono comuni anche fra le adolescenti nere (Le Grange et al. 1998).

In Giappone tradizionalmente gli standard di bellezza promuovono una figura più magra e più piccola di quanto accada nelle culture accidentali. Pike & Borovoy (2005) sebbene sottolineino i limiti del modello di “occidentalizzazione” come spiegazione dell’incremento dei disturbi alimentari in Giappone, concordano nel ritenere che l’atteggiamento culturale nei confronti del peso e dell’aspetto siano alla base della diffusione del fenomeno, benchè siano ravvisabili altre motivazioni specificatamente relative alla società giapponese.

Insomma esistono sufficienti evidenze, al di là di aprioristiche e bigotte campagne di moralizzazione, per ritenere che un cambio di rotta culturale possa aiutare concretamente a ridimensionare questo allarmante fenomeno.

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RAGAZZI E RAGAZZE A CONFRONTO

L'ANORESSIA è FEMMINA?????NO,PER NIENTE....ANCHE I RAGAZZI SI AMMALANO DI ANORESSIA,MA NATURALMENTE COME IN TUTTE LE COSE ESISTONO ANALOGIE E DIFFERENZE TRA I DUE SESSI CHE SOFFRONO DI QUESTA PATOLOGIA...E ALLORA VEDIAMO....
Nonostante il disturbo sia lo stesso, infatti, presenta notevoli differenze di genere, poichè mentre le donne mirano alla perdita di peso e al dimagrimento, gli uomini sono ossessionati dalla muscolatura, e si sforzano di ottenere un fisico sempre più massiccio e scolpito. Mentre la preoccupazione delle donne va perlopiù al corpo dalla vita in giù, per gli uomini va dalla vita in su, in particolare al petto ed alle braccia. Ma se sono così diversi, come è possibile affermare che si tratta dello stesso disturbo? Uno degli elementi più significativi, oltre la spropositata attenzione rivolta all’aspetto fisico, sono le comorbilità (l’associazione con altre malattie) che sono le stesse in entrambi i sessi: depressione maggiore, abuso di sostanze, disturbi d’ansia e disturbi di personalità sono rintracciabili sia nei maschi che nelle femmine affetti da disturbo alimentare.Il fatto che la malattia sia la stessa però non deve trarre in inganno, infatti, si è osservato che gli specialisti tendono a diagnosticare il disturbo più spesso se si tratta di una donna, più raramente se si tratta di un uomo. Una prima ragione sta nel fatto che, in stadi avanzati della malattia, esiste un sintomo nella donna, l’amenorrea (ossia l’arresto del ciclo mestruale), che non ha corrispettivi così evidenti nell’uomo. Nel maschio lo scompenso ormonale si manifesta come un calo drastico del desiderio sessuale, se non addirittura impotenza, causati dal blocco o inibizione della produzione di testosterone operato dall’organismo denutrito. Un secondo motivo nasce dal fatto che i soggetti maschi tendono a dare spiegazioni più ragionevoli, spesso mediche, per le loro condotte patologiche. Mentre, infatti, le donne prediligono comportamenti di controllo del peso come il vomito o l’assunzione massiva di lassativi, gli uomini, probabilmente favoriti da un metabolismo più veloce, preferiscono l’esercizio fisico, anche se spesso eccessivo.Le ragioni espresse per l’inizio della restrizione alimentare e del sovra esercizio variano molto e, come detto prima, appaiono spesso più ragionevoli di quelle esposte dalle donne che principalmente dimostrano semplicemente l’ossessione verso la magrezza. Molti pazienti dichiarano di essere a dieta per combattere l’eccesso di peso (a volte reale), alcuni per evitare che l’eccesso di grasso li conduca a complicazioni mediche, come malattie cardiache, a cui spesso sono andati incontro certi parenti (spesso il padre), altri potrebbero dimostrarsi motivati a cambiare il proprio aspetto in quanto molestati da coetanei in età infantile o, infine, semplicemente per migliorare le loro capacità atletiche. Condotte i questo genere, specie se perpetuate nel tempo possono portare a sintomi somatici a volte piuttosto gravi che vanno dal senso di affaticabilità, edema, bradicardia, anemia e, ovviamente, perdita di peso. Si è osservato inoltre che i diversi tipi di disturbo alimentare si associano a diversi tipi di personalità. Infatti mentre l’anoressico tende ad apparire ansioso, autopunitivo ed a volte persino ossessivo, i bulimici tendono a comportarsi in modo appariscente e narcisista.Nonostante sia difficile ammettere di avere questo tipo di patologia per entrambi i sessi, per gli uomini si aggiunge un’ulteriore fonte di vergogna: soffrire di una malattia tipicamente femminile. In questo il soggetto con disturbi dell’alimentazione vede lesa la sua virilità. Per questo è fondamentale che gli psicologi considerino come la mascolinità impatta sulla diagnosi e sul trattamento di questi disturbi. Gli affetti presentano inoltre difficoltà a richiedere aiuto ad operatori specializzati, mentre è frequente il ricorso a specialisti per problemi secondari derivanti dalla o concomitanti alla loro condizione come depressione sovrappeso, ansia sociale o disturbi ossessivi compulsivi. Inoltre bisogna aggiungere che spesso la mascolinità è associata a diffidenza, ad un giudizio negativo verso gli interventi psicologici e conseguentemente ad una minore frequenza di richieste d’aiuto.Il soggetto prova una forte ambivalenza nei confronti delle richieste d’aiuto, infatti qualora decidesse di trattarsi, sentirebbe minacciati i “risultati” ottenuti attraverso l’esercizio e il controllo dell’alimentazione, di contro, qualora rinunciasse al trattamento, continuerebbe ad essere tormentato da preoccupazioni riguardanti il suo aspetto fisico e sarebbe costretto a continuare ad assumere sostanze per il potenziamento muscolare (e.g. steroidi).Nonostante non ci sia in letteratura uno studio volto ad indagare proprio questo aspetto, sembra che i risultati del trattamento siano altrettanto buoni sia per gli uomini che per le donne con alcune importanti differenze. Mentre gli uomini sembrano essere in grado di riacquisire un peso normale più velocemente delle donne, queste si dimostrano più capaci di controllar e i sintomi della malattia anche a lungo termine, nonostante alcune di esse fossero state ammesse al trattamento in condizioni psico-fisiche peggiori dei maschi.I due sessi condividono inoltre molti predittori per una buona prognosi, come ad esempio peso particolarmente basso, assenza di serie malattie in comorbilità e alto supporto familiare. Predittori specifici per una peggiore prognosi maschile sono stati identificati e tra questi rientrano la lunga durata della malattia, l’insorgenza tardiva, il disinteresse verso gli sport, relazioni sociali controverse, scarso adattamento sociale durante l’infanzia e mancanza di attività sessuale prima dell’insorgenza della malattia.Gli psicologi che si apprestano al trattamento di pazienti maschi con disturbo alimentare, possono utilizzare la mascolinità del soggetto come leva per il cambiamento enfatizzandone i lati positivi e sfruttandone le peculiarità. Ad esempio, dato che è meno probabile che gli uomini chiedano supporto psicologico, il terapista può sottolineare come l’inizio della terapia sia la dimostrazione del fatto che il paziente sta esercitando controllo sulla sua vita, controllo volto al miglioramento.Nonostante sia importante che ogni psicologo integri la sua strategia di approccio al paziente con informazioni riguardo le abitudini alimentari e l’attività fisica dei pazienti, in questi casi diventa cruciale conoscerne gli aspetti per poter giungere ad una diagnosi corretta ed ad un trattamento efficace. In particolare, l’intervista può essere strutturata in modo da ottenere informazioni riguardo cambiamenti di peso, dieta o abitudini d’esercizio, i pesi minimo e massimo raggiunti ed il peso ideale, preoccupazioni riguardo la forma fisica o la muscolatura, preoccupazioni riguardo alla perdita di peso e eventuale uso di sostanze per il potenziamento muscolare. Alcune ricerche hanno paragonato quest’ultimo comportamento a strategie di controllo del peso che nelle femmine si palesano con il vomito. Altre aree di indagine sono fumo, uso d’alcol, droghe, uso di medicinali per il dolore e patologie che implicano dolore cronico. Questi si sono rivelati correlati alla bulimia nell’uomo, ad esempio, gli uomini potrebbero approdare all’uso della cocaina per ridurre il desiderio di abbuffarsi o per stimolare la perdita di peso.I principi base per il trattamento dei disturbi alimentari per le donne si applicano anche agli uomini: impegnarsi per ristabilire un peso normale, abbandonare comportamenti lesivi, trattare le malattie in comorbilità, sconfiggere le preoccupazioni riguardo il peso e la forma fisica e insegnare strategie d’adattamento ai propri ruoli sessuali e socioculturali. L’approccio consigliato è multidisciplinare in modo che coinvolga oltre allo psicologo ed al paziente, un medico che monitori la sua condizione fisica nel progredire del trattamento, un dietologo che educhi il paziente a proposito della nutrizione, metabolismo ed esercizio fisico, ed uno psichiatra che tratti eventuali patologie associate.Tra le terapie più efficaci per il trattamento dei disturbi alimentari rientra la terapia cognitivo comportamentale, la quale, particolarmente efficace nel trattamento della bulimia, ha delle evidenze di efficacia anche per l’anoressia nervosa.In definitiva i maschi con disturbi alimentari sono spesso trascurati rispetto alle donne, anche se negli ultimi tempi stanno attirando sempre di più l’attenzione. Nonostante ci siano molte somiglianze tra maschi e femmine che hanno a che fare con questi disturbi, sono evidenti delle differenze nei maschi che ne influenzano il trattamento. Gli psicologi stanno considerando strategie terapeutiche tengono conto del sesso del paziente in modo da capire come la loro mascolinità influenza il loro disturbo e la loro richiesta di aiuto.
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