Stessa sorte è toccata a Beatriz Ferraz, un’insegnante di 23 anni, morta per arresto cardiaco alla fine di dicembre.
La sua però è una storia diversa. Beatriz era brasiliana, insegnava a San Paolo e soffriva di anoressia nervosa da quattro anni, come hanno raccontato i familiari. La crisi fatale è stata raggiunta 3 mesi fa, quando Beatriz è arrivata a pesare 27 kg.
Niente mondo dello spettacolo, ma sempre problemi di accettazione e di immagine. Beatriz voleva essere magra.
Da piccola era stata una ragazzina obesa, arrivando a pesare 100 kg. I suoi disturbi sono nati con la prima dieta e da lì il controllo del peso è diventato ossessivo. Beatriz non sembrava depressa, anzi, era una ragazza attiva. Insegnava inglese, scriveva per un sito che si occupava di notizie locali, seguiva un corso per responsabile di risorse umane e suonava il pianoforte. Eppure, era malata e nessuno è stato capace di aiutarla ad accettare la sua immagine.
In Brasile, dove paradossalmente ancora si muore di fame per malnutrizione, i casi di anoressia stanno aumentando. Probabilmente il paese non è preparato ad affrontare i disturbi alimentari che hanno origine psicologica, dovendo fronteggiare l’estrema povertà.
Anoressia e bulimia sono patologie complesse e difficili da diagnosticare, che solo negli ultimi anni hanno acquisito lo status di malattie.
L’importante è continuare a parlarne e riconoscerle per quello che sono: non stili di vita,
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